MUSEI: apre a Messina il grande MuMe, Museo Interdisciplinare Regionale

by Carmela Grasso
Messina

Dall’archeologia fino al primo Novecento, con il tragico terremoto del 1908, un grande volume di storia dell’arte e luogo dell’identità ritrovata

Fra i capolavori assoluti dell’arte Europea, i due grandi Caravaggio, il trittico di Antonello da Messina, Alibrandi, Gagini, Montorsoli

MESSINA, 17 giugno 2017 – Città cosmopolita lambita da due mari, porto naturale per i naviganti, transito obbligato per millenni tra Oriente e Occidente e baricentro di interessi culturali ed economici nel mezzo del Mediterraneo, Messina dal 17 giugno 2017, con la direzione della storica dell’arte Caterina Di Giacomo – ha il suo grande Museo Interdisciplinare Regionale (MuMe) del quale, dopo una prima parziale consegna il 9 dicembre scorso, sono stati aperti al pubblico tutti i restanti settori espositivi che definiscono l’articolato percorso medievale e moderno, con opere dall’XI secolo ai primi anni del Novecento.

Con i capolavori di Antonello da Messina, Caravaggio, Alibrandi, Gagini, Montorsoli – solo per citare gli artisti più noti – Il MuMe, oggi commisurato alla vastità e al prestigio delle sue collezioni civiche e delle centinaia di opere recuperate dalle macerie di chiese e piazze all’indomani del terremoto del 1908,  non è solo un contenitore d’arte. Piuttosto un autentico luogo d’identità ritrovata, uno spazio museale di respiro europeo (come documenta la ricca e articolata collezione cosmopolita) dove la comunità siciliana (che lo attendeva da tempo) e quella internazionale – grazie al percorso museografico che ricuce la narrazione e insieme amplifica, integra e completa l’esposizione allestita dopo il sisma nella storica Filanda Mellinghoff – potrà “sfogliare” la lunga e straordinaria storia bimillenaria di cui Messina è stata protagonista anche nel campo delle arti.

Il completamento del Museo Interdisciplinare Regionale – che ha richiesto fondamentali lavori di adeguamento delle dotazioni e degli impianti alla normativa internazionale (finanziati con fondi europei Po Fesr 2007-13) e di rimodulazione e assestamento degli allestimenti (con fondi regionali) – segue di appena sei mesi il varo del dicembre 2016 con l’apertura del padiglione archeologico e dell’ala nord con le sale dedicate al Manierismo, al Caravaggio ed al suo ambito.

IL PATRIMONIO ARTISTICO

Con circa 750 capolavori distribuiti in 4700 mq di superficie interna su due livelli – percorso medievale, moderno, sezione archeologica e nelle aree e piazzali esterni – il patrimonio del MuMe è arricchito da opere di provenienza “estera”: ovvero da realtà (come le Scuole napoletana, romana, toscana, veneta, lombarda) valide ben prima dell’Unità d’Italia. Attraverso la ricca selezione si “legge” la città, le sue innumerevoli anime, le dominazioni e le sinergie, dai primi reperti archeologici al sorprendente ottocento fino alla interruzione drammatica del terremoto. Chi arriva al MuMe percorre la storia, e si ferma affascinato non soltanto dinanzi ai ​due grandi capolavori di Caravaggio (realizzati da Michelangelo Merisi in ​fuga in ​Sicilia: una “Resurrezione di Lazzaro” e l’“Adorazione dei Pastori”) e ai ​due Antonello da Messina​ (“Polittico di San Gregorio”, opera datata e firmata, unica nel suo genere proprio per questa particolarità; e l’attribuita tavoletta bifronte acquistata nel 2006 da Christie’s, con un “Ecce Homo” e una “Madonna con Bambino e francescano”, esposta a Taormina in occasione del G7 del maggio 2017)​. Il percorso museale seguito è quello cronologico e nella collezione permanente, insieme ai vari capolavori già esposti stabilmente o a rotazione nelle sale della ex Filanda Mellinghoff, figurano decine diinediti o comunque pezzi poco conosciuti dalla comunità.

UN MUSEO COSMOPOLITA

Il plusvalore del Museo di Messina è il cosmopolitismo del suo patrimonio, riflesso di una città nata sul mare, porto naturale, transito obbligato tra Oriente ed Occidente, ma anche baricentro di interessi nel Mediterraneo, più incline a scambi con la costa calabra che a contatti con il resto della Sicilia, ostacolati dalla cinta dei monti Peloritani. Si va dalla sezione archeologica legata alla fondazione greca e alla dominazione romana di Messina, nel settore archeologico curato da Giovanna Bacci al percorso medievale avviato dalle iscrizioni arabo-normanne del XII secolo provenienti dal Duomo e dall’Annunziata dei Catalani. Punti di forza sono la Conca di Gandolfo del 1135 – l’unico pezzo analogo è al Metropolitan Museum di New York –  e poi i mosaici del XIII, la splendida Madonnina degli storpi, appena restaurata, il suggestivo Crocefisso ligneo tardo – trecentesco. Segue il settore dedicato ad Antonello, alla sua scuola, ai fiamminghi. Fra le novità una sezione sull’editoria fra quattro e cinquecento con preziosi incunaboli e manoscritti illustrati. L’esplosione rinascimentale è rappresentata dall’ Alibrandi nella splendida Sala a lui dedicata, mentre i temi manieristici continentali preparano la monumentale Piazza del Montorsoli. Quindi la rivoluzione caravaggesca, i due capolavori del genio lombardo, il seguito e la scuola di altissimo livello; nella rampa che conduce al secondo livello elementi marmorei e la collezione di maioliche veneziane della seconda metà del ‘500. Nel piano superiore la produzione artistica interdisciplinare a Messina della seconda metà del ‘600, lo spazio riservato alle Icone realizzate nel diciassettesimo secolo, il ‘700 con l’esplosione rococò della grande sala della Carrozza, un sorprendente ‘800 con la sezione delle stampe di Aloysio Juvara e gli ultimi dipinti a ridosso del terremoto.

LA STRUTTURA

Il Museo Interdisciplinare Regionale di Messina si inserisce in un ampio Parco Museale che, per dimensioni e superfici espositive e operative, si configura come uno dei più grandi del Meridione d’Italia. Ospita circa 750 opere (fra la sezione archeologica, il percorso medievale-moderno e le aree esterne) in un arco temporale che va dalla fondazione della città e fino alle soglie del XX secolo e riunisce  la storica collezione civica del Museo Peloritano e le centinaia di reperti architettonici e opere d’arte di chiese ed edifici storici distrutti dal terremoto del 1908 e faticosamente strappati alle macerie. Una parte di queste opere – circa 250 – sono state sempre esposte negli spazi della ex Filanda Mellinghoff, opificio ottocentesco risparmiato dal sisma e destinato per decenni a sede “temporanea” del museo dove, con il sistema della “rotazione”, venivano esposti periodicamente vari pezzi della grande collezione. La Filanda, all’interno del Parco Museale, sarà adesso destinata a mostre ed eventi temporanei anche in regime di art sharing con altre realtà museali come accaduto di recente con il Mart di Rovereto (“L’invenzione futurista”, nel 2015; e “Mediterraneo, luoghi e miti”, nel 2016) e con la Fondazione Musei Civici di Torino.

Il MuMe si estende, complessivamente, su oltre 17.000 mq, nell’area dell’ex monastero di S. Salvatore dei Greci, attorno al quale è stato concepito e progettato negli anni Ottanta.

UN LUNGO “DOPO TERREMOTO”

Il Museo Nazionale di Messina nacque con Regio Decreto del 26 novembre 1914, a firma del re Vittorio Emanuele. Da allora la Filanda Mellinghoff , deposito delle opere più preziose recuperate dopo il Sisma e via via riadattata a sede museale – raccolse migliaia di reperti storico artistici e il patrimonio dell’ottocentesco Museo Civico Peloritano, ospitato nell’ex monastero di S. Gregorio – ha sopperito alle funzioni garantendo la fruizione dei capolavori.

  • Il progetto del nuovo Museo

Nel 1974 il Ministero dei Beni Culturali e la Soprintendenza alle Gallerie e alle Opere d’Arte della Sicilia affidarono il Progetto della Galleria nazionale d’Arte di Messina a Carlo Scarpa e Roberto Calandra. Il progetto, rimase sulla carta per la decisione dell’Assessorato regionale di ricorrere all’appalto concorso, bandito nel 1983. La realizzazione dell’edificio attuale – su progetto degli architetti Basile e  Manganaro – fu avviata nel 1985 (importo in lire equivalente a euro 7.900.000).

A partire dal 1995, anno di consegna definitiva dell’immobile, si sono susseguiti fino al 2009, interventi di modifica e adeguamento degli spazi interni, delle dotazioni e delle strutture espositive, riconducibili a un Programma coerente avviato da Franca Campagna e progettato da Antonio Virgilio (costo complessivo di euro 1.200.000.)

Le problematiche tecniche e gli imprevisti sono stati direttamente proporzionali alla vastità e complessità della struttura che insiste su mezzo ettaro di terreno, 17.118 mq complessivi di cui 5337 di area a verde, la sede del nuovo museo interessa una superficie coperta di 4700 mq su due livelli espositivi e un livello seminterrato di circa 3000 mq.

  • La storia recente

Dal 2010 – direttore l’archeologa Giovanna Bacci (2010/2013) – la responsabilità scientifica dell’allestimento è dell’attuale dirigente dott.ssa Caterina Di Giacomo, in confronto costante con l’arch. Gianfranco Anastasio. L’attuale configurazione del percorso espositivo è frutto di una decennale processo di confronto con i dirigenti e funzionari storici dell’arte del museo.

Sotto la direzione Di Giacomo, l’UE (Fondi PO FESR 2007-13) vengono finanziati i due progetti dell’arch. Anastasio e dal suo staff: il primo concluso nel 2015 (importo € 1.373.518,01) trasforma l’ex Filanda Mellinghoff di Messina in un contenitore per mostre temporanee (s’inaugura nel 2015 con L’Invenzione Futurista in partnership con il Mart di Rovereto; il secondo concluso anch’esso nel 2015 riguardava i lavori di adeguamento e modifica degli impianti del nuovo museo (importo € 1.988.800,00).

Ultimo step: con somme dell’Assessorato Regionale Beni Culturali e residui del PO FESR (tot. € 330.000,00) sono stati ultimati e collaudati gli impianti di sicurezza e trasferite le opere dalla sede storica della Filanda sgomberata definitivamente per consentire la realizzazione della seconda, grande mostra in collaborazione con il Mart di Trento e Rovereto (Mediterraneo Luoghi e Miti Capolavori del Mart) evento collaterale alla inaugurazione parziale del nuovo Plesso: il Varo del Nuovo Museo di Messina, 9 dicembre 2016, con l’apertura al pubblico del settore archeologico e l’ala nord con i settori del Manierismo e del Seicento caravaggesco (oltre 1.970 mq) con straordinario riscontro mediatico e di pubblico. Ultimi interventi di presentazione dei nuovi percorsi e delle aree di accesso (€ 112.000,00 del Dipartimento Regionale BBCC), si consegnano, come promesso alla città, gli ultimi 2.500 mq della struttura, definitivamente completata.

Il nuovo museo – pur garantendo una superficie espositiva di 4700 mq e un livello seminterrato di circa 3000 mq per depositi, uffici tecnici, biblioteca, archivi e laboratori – è riservato esclusivamente alla collezione permanente.

  • Le risorse impegnate per il Nuovo Museo Regionale di Messina sono le seguenti:

1985 > 1994: Euro 7.900.000 (realizzazione edificio Museo Regionale di Messina)

1995 > 2009: Euro 1.200.000 (modifica spazi)

2014 > 2015: Euro 1.988.800 (Po Fesr 2007-2013: adeguamento e modifica dotazioni e impianti )

2016 > 2017: Euro 428.835 (capitoli ordinari – definizione allestimento e impianti, adeguamento percorsi accesso, evento)

  • Gli spazi del Parco Museale di Messina entro un perimetro di 17.118 mq sono così ripartiti:
  1. Museo Interdisciplinare Regionale: 4700 mq di superficie su due livelli
  2. Filanda Mellinghoff:  1.100 mq di superficie. Sede eventi e mostre temporanee
  3. Area a verde esterna: 5.300 mq di superficie. Ospita già reperti architettonici recuperati dalle macerie e ricomposti
  4. Seminterrato: 3.000 mq. Ospita la Biblioteca, gli archivi e il caveau e i depositi
  5. Magazzini storici

MUSEO INTERDISCIPLINARE REGIONALE | Messina

Viale della Libertà, 465

Tel. 090 361292 | email polomuseale.me@regione.sicilia.it; urpmuseome@regione.sicilia.it;

ORARI | da martedì a sabato 9-19 (ultimo ingresso 18.30); domenica e festivi 9-13 (ultimo ingresso 12.30). Lunedì chiuso. B​IGLIETTI​ | intero euro 8; ridotto euro 4. BIBILIOTECA ​ | dal lunedì al venerdì ore 9-13.30

[Melamedia & Simonetta Trovato]