MOSTRE: a Catania “Dai Monasteri e dai Conventi”, di scena il patrimonio artistico degli ordini religiosi (FEC) confluito fra i beni di Stato dopo l’Unità d’Italia [VIDEO]

by Carmela Grasso
Catania
20 Aprile 2024
28 Luglio 2024

Dal 20 aprile e fino al 28 luglio al Museo Diocesano. Ingresso libero

CATANIA, 17 aprile 2024 – Immense pale d’altare, dipinti su tavola di scuola antonelliana raramente esposti al pubblico, codici miniati e volumi antichi ma anche busti, uniformi storiche, arredi e paramenti sacri. Sono le opere d’arte che saranno esposte dal 20 aprile al 28 luglio al Museo diocesano di Catania nella mostra “Dai Monasteri e dai Conventi”, dedicata al patrimonio artistico proveniente da luoghi di culto dell’area etnea e confluito tra i beni dello Stato all’indomani dell’Unità d’Italia. Video dei lavori in corso QUI

L’inaugurazione si terrà sabato 20 aprile alle 16, mentre l’apertura al pubblico con ingresso libero è fissata dalle 17.30. In mostra i tesori di proprietà provenienti da siti catanesi del Fondo edifici di culto (FEC), istituito presso il Ministero dell’Interno che ha autorizzato la mostra. Un racconto che, sia pure circoscritto all’area che spazia dai comuni dell’Etna a quelli del calatino come Caltagirone, Militello e Mineo, indaga e mette in mostra, secondo un criterio storico-scientifico, beni e opere d’arte riconducibili ai principali ordini monastici diffusi in Sicilia: basiliani, benedettini, carmelitani, domenicani, francescani, agostiniani, mercedari, paolotti e camilliani.

Fra le grandi opere in mostra figurano diversi capolavori del Cinquecento. Come la “Salita al Calvario” di Jacopo Vignerio, pittore messinese del XVI secolo, allievo di Polidoro da Caravaggio che a sua volta frequentò la bottega di Raffaello. La tavola, firmata e datata 1541, proviene dalla Chiesa di San Francesco all’Immacolata di Catania (attualmente chiusa per manutenzione straordinaria con i fondi PNRR) e riprende in copia simmetrica l’opera di Raffaello nota come “Spasimo di Sicilia” realizzata per la Chiesa dello Spasimo di Palermo ed oggi esposta a Madrid. Questa di Vignerio viene considerata dagli studiosi come un notevole esempio della pittura siciliana di primo Cinquecento. Dalla Chiesa di San Nicolò a Randazzo proviene poi una raffinatissima tavola dipinta di scuola antonelliana: la “Madonna con Bambino fra le sante Agata e Lucia” che, in occasione della storica mostra del 1953 a Messina su Antonello, fu attribuita a un seguace di Jacobello, figlio del grande maestro. Dalla Chiesa di San Nicolò a Militello in Val di Catania arriva una “Annunciazione” del 1551 attribuita a Francesco Frazzetto, pittore originario di Mineo. Nella sezione bibliografica spiccano un prezioso codice basiliano in greco (XI o XII sec.) su pergamena proveniente dal monastero del SS. Salvatore (a Messina); una delle prime mappe del mondo moderno realizzata nel 1511 dal geografo e umanista Bernardo Silvano con una nuova versione della geografia di Tolomeo dove, a meno di vent’anni dal viaggio di Colombo, figurano anche le due Americhe; un favoloso erbario, il catalogo illustrato dell’Orto Botanico di Roma edito nel 1770.

Sul fronte archeologico fra i vari reperti in mostra figurano una selezione di bronzi protostorici, un rilievo in marmo con scena orgiastica con Dioniso e due satiri (I sec. d.C.) e un bicchiere a figure rosse con guerrieri inginocchiati, tutti pezzi provenienti dalla collezione dei Benedettini.

Completa l’esposizione la Wunderkammer, la sezione con curiosità e mirabilia provenienti dalle collezioni dei religiosi fra cui un rompicapo in avorio di origine cinese, anelli episcopali del 1400, un astrolabio, una meridiana portatile (XVIII sec,) e una “sirenetta”, curioso strumento musicale realizzato da Donato del Piano – autore, fra l’altro, del monumentale organo di San Nicolò La Rena – e che riproduce il canto degli uccelli. La mostra si conclude con una piccola sala dedicata al monachesimo femminile: esposti alcuni arredi sacri appartenenti a monasteri femminili, paliotti in argento e in seta, argenti sacri e fotografie che documentano la vita attuale in monastero.

Coordinata dalla Soprintendente di Catania, architetto Irene Donatella Aprile, la mostra vede la curatela di Roberta Carchiolo, storica dell’arte della Soprintendenza che, per la parte scientifica e organizzativa, ha guidato un team di studiosi dello stesso ente: Carmela Cappa, Franco La Fico Guzzo e Mariagrazia Patti (sezione storico-artistica); Ida Buttitta e Maria Lucia Giangrande (sezione bibliografica); Maria Turco e Michela Ursino (sezione archeologica); Carmela Di Blasi (registrar); mentre il progetto di allestimentoela direzione tecnica sono stati affidati ad Albarosa D’Arrigo e Salvatore Girianni.

Alla mostra è dedicato un catalogo in fase di lavorazione, a cura della Soprintendenza di Catania, e che includerà i contributi di un team di storici dell’arte e di storici con schede delle opere esposte.

“Dai monasteri e dai conventi” è un progetto della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Catania finanziato dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana. La mostra è organizzata dalla Soprintendenza insieme alla Prefettura di Catania e in collaborazione con l’Arcidiocesi, il Museo diocesano e il Fondo edifici di culto, nel quale confluirono tutti i beni già appartenuti ai religiosi.

La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e il martedì e il giovedì anche dalle 15 alle 18. Aperta inoltre dalle ore 10 alle 13 nelle domeniche e nei festivi indicati di seguito: domenica 21 e 25 aprile, domenica 3 maggio, domenica 2 giugno e domenica 7 luglio. Ingresso gratuito (visite guidate e fuori orario sono a pagamento e vanno concordate con la direzione del Museo Diocesano).